Il ritorno ai pascoli tra tradizioni e nuove “leve”: Mennato sogna di diventare pastore

Data:
27 Dicembre 2022

Il ritorno ai pascoli tra tradizioni e nuove “leve”: Mennato sogna di diventare pastore

Che la pastorizia fosse stata l’attività cardine dell’economia vitulanese, non ne avevamo dubbi, d’altronde l’epiteto “pecurale” fino a non molto tempo fa veniva usato nei paesi limitrofi per apostrofare bonariamente proprio gli abitanti di Vitulano. Ciò che però sorprende è sapere che ancora oggi la figura del pastore nel piccolo paese del Sannio non è tramontata. Se però proviamo oggi pensare a un pastore, ci immaginiamo una figura adulta, forse anziana, col volto segnato dalla fatica e dall’età. La realtà però è ben diversa: prova ne è Mennato Cerulo, un giovane vitulanese di 17 anni che sogna di fare il pastore. Anzi, il suo è un sogno che si sta realizzando, dal momento che il suo gregge conta già circa 120 pecore.
Mennato, pur non essendo figlio di pastori, sin da piccolo aveva una passione diversa rispetto a quella dei ragazzi della sua età: la pastorizia. Sognava un gregge, i pascoli, la vita di montagna. Del resto nell’immaginario collettivo del paese la figura del pastore è ancora molto presente. Mennato ci racconta che all’età di 13 anni ebbe in regalo dal padre una decina di pecore. All’inizio era quasi un gioco, un hobby un po’ bucolico, che però gli ha permesso di capire cosa significa vivere da pastore. Da quel momento ha compreso che quello per lui non era un semplice passatempo, ma il lavoro della sua vita. D’altronde non si può essere pastori a metà: le pecore richiedono lavoro, attenzione, sacrifici. A 15 anni, Mennato ha lasciato l’Istituto Alberghiero, che frequentava senza grande entusiasmo, per perseguire il suo vero sogno: diventare pastore. Sembrerebbe quasi una scelta anacronistica, vista la narrazione ufficiale che spesso sentiamo oggi di giovani annoiati, demotivati e “bamboccioni”. Mennato invece, in totale rottura con lo “spirito del tempo”, ha abbandonato la scuola superiore per abbracciare, ancora giovane, uno stile di vita da adulto.
Una scelta, quella di Mennato, sicuramente non facile, che però fa ben sperare, dal momento che la pastorizia potrebbe realmente rappresentare un valido sbocco lavorativo anche per i più giovani delle zone economicamente più depresse dell’entroterra campano.
La pastorizia, se ben gestita e integrata con il territorio, sul piano economico può creare un indotto che abbraccia vari ambiti: non solo il settore lattiero-caseario e delle carni, ma anche il turismo, la cultura e la didattica. Da diversi anni, per esempio, a Vitulano, il Comune, la Proloco ed altri enti si sono fatti promotori del formaggio pecorino vitulanese, della riscoperta della montagna, delle tradizioni, fino ad arrivare ai canti popolari. In tutti questi ambiti la pastorizia la fa da padrona poiché strettamente innestata con la storia e la cultura locale. Basti pensare anche al più celebre canto popolare vitulanese, che si intitola appunto “U pastore”.
E’ necessario che Mennato continui a sognare, ma in grande. Adesso il primo obiettivo per lui è arrivare almeno a duecento pecore di razza massese. La fatica e le responsabilità che lo attendono non sembrano affatto spaventarlo. Fare il pastore è come essere genitore, quindi non sono contemplate pause, vacanze o improvvisi ripensamenti. Ma Mennato ha un carattere forte e deciso, tipico della gente di montagna. Anche in questo è un vero vitulanese.

 

Nicola Matarazzo

 

 

Il ritorno alla pastorizia a Vitulano

Ultimo aggiornamento

17 Maggio 2023, 17:58

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